Taunus prese la pala e un sacco di calce e andò a smontare la latrina di casa sua, per portarla in un luogo più consono ai suoi bisogni e meno fastidioso per gli studiosi.
Non si era reso conto di quanto lungo fosse il lavoro e quando ebbe finito di bonificare il buco con la calce disse
"Cancaro quanto strame! A no cherzea mia ca ghe n'avesse fata cussita tanta! Eh, a l'è porpio vera quel ca se faela! Se el strame foesse oro, a sarìpia patron me, de la Republica! Ma invesse no l'è mia oro, l'è solo laoro e spussa!"
Mentre ritornava verso casa, tutto inzaccherato e sudato, si accorse di un piccolo pertugio in un angolo oscuro delle mura dell'Accademia, con una porta sgangherata, coperta dalla vegetazione. Si avvicinò e dopo averdesfoliato un pò la porta vide che vi era una maniglia di ferro ancora in buone condizioni. Con curiosità la mosse e sentì un clic. "Cancaro! A vuotu veare ca l'è verta?" e con una piccola spinta Taunus aprì la porta. "Bah, dai che l'è la volta ca vago into!" disse con aria trionfante.
Entrato vide che vi erano un paio di scalini che andavano verso l'alto ad una seconda porta e una scala che portava verso il basso. Taunus decise di scendere in quanto, era solito dire: "Se te voi cognossare i to vissini, varda le scoasse soe! E par mi se vago par basso, a cato le scoasse de la Cademia!"
E così accese una torcia e con la pala in mano scese nei sotterranei dell'Accademia
Non si era reso conto di quanto lungo fosse il lavoro e quando ebbe finito di bonificare il buco con la calce disse
"Cancaro quanto strame! A no cherzea mia ca ghe n'avesse fata cussita tanta! Eh, a l'è porpio vera quel ca se faela! Se el strame foesse oro, a sarìpia patron me, de la Republica! Ma invesse no l'è mia oro, l'è solo laoro e spussa!"
Mentre ritornava verso casa, tutto inzaccherato e sudato, si accorse di un piccolo pertugio in un angolo oscuro delle mura dell'Accademia, con una porta sgangherata, coperta dalla vegetazione. Si avvicinò e dopo averdesfoliato un pò la porta vide che vi era una maniglia di ferro ancora in buone condizioni. Con curiosità la mosse e sentì un clic. "Cancaro! A vuotu veare ca l'è verta?" e con una piccola spinta Taunus aprì la porta. "Bah, dai che l'è la volta ca vago into!" disse con aria trionfante.
Entrato vide che vi erano un paio di scalini che andavano verso l'alto ad una seconda porta e una scala che portava verso il basso. Taunus decise di scendere in quanto, era solito dire: "Se te voi cognossare i to vissini, varda le scoasse soe! E par mi se vago par basso, a cato le scoasse de la Cademia!"
E così accese una torcia e con la pala in mano scese nei sotterranei dell'Accademia