Di fronte alla Porta dei Leoni... meta del suo viaggio.

Giordana era seduta a discorrere con il fratello Roberto. I giardini di palazzo Sanseverino erano illuminati da un tiepido sole pomeridiano, non troppo raro alla fine d'autunno in Istria.
Giordana raccontava a Roberto il suo più recente sogno, guarnendolo di dettagli e di tanta immaginazione laddove la memoria era più lacunosa. Stava narrando al fratello di un mondo fantastico, popolato di strani esseri e di case costruite tra i rami, mentre gustavano un bicchiere di vino rosso.

Capisci, Aureo, io e te eravamo diversi! E la società intorno a noi era organizzata davvero in maniera bizzarra...

Aureo vide gli occhi di Giordana illuminarsi mentre raccontava. Si chiese quanti libri ancora avesse letto sua sorella, e quanto avesse studiato dall'ultima volta che si erano visti.

Njm cara, sai, credo proprio che ci sia un luogo che potresti amare tanto. Si tratta dell'Accademia di Venezia...

Mentre ascoltava la descrizione di tal meraviglioso luogo, a Giordana si accesero gli occhi di interesse, e chiese a suo fratello la strada per raggiungere il palazzo che ospitava l'Accademia.
Ascoltò con attenzione la sua risposta e prese nota...


Qualche giorno dopo

Giordana aveva viaggiato per due giorni in mare, e finalmente era giunta alle soglie di Venezia. Dal ponte della Galea ammirava la Serenissima che si stagliava maestosa sull'acqua, tra miriadi di isolette spiccavano le sue chiese. Giordana sentiva una forte commozione ogni volta che vi giungeva.
Il vento fresco del mare le aveva arrossato le gote, e Giordana si strinse nel mantello. Si mise uno scialle intorno al collo e si tirò su il cappuccio mentre scendeva impaziente dalla galea.
Fece un cenno al valletto che l'accompagnava, suo fratello non le avrebbe mai fatto compiere un viaggio così impervio da sola, e lo esortò a sbrigarsi.
Il valletto, un uomo allegro e rubicondo di mezza età, sorrise dell'impazienza della giovane ragazza.
Scese velocemente quanto l'artite gli consentisse di fare, e raggiunse Giordana, che già aveva fermato una gondola e vi era salita sopra.
L'imbarcazione scivolava sinuosa tra la tranquillità delle acque lagunari, e giunse rapidamente davanti al palazzo dell'Accademia.
La porta dell'Accademia era chiamata porta dei Leoni, e Giordana ne comprendeva il motivo: rappresentava Venezia, rappresentava la fierezza e la passione per la conoscenza e le discussioni tra eruditi.
Varcò la soglia emozionata e a testa alta, presentandosi all'uomo che le veniva incontro nei pressi della Porta.

Buongiorno messere, mi presento, sono Giordana Sanseverino, abitante di Parenzo così dicendo fece un elegante inchino, poi aggiunse: Ho viaggiato tanto per giungere qui, in questo luogo che mi è stato descritto come magnifico, un luogo ameno e sereno ove poter discutere tra persone colte di crescita civile, spirituale e morale dei Veneziani, in un ambiente in cui è sacra la libertà di parola e pensiero. Sarei onorata di poter avere accesso in questo luogo, e di passare ore liete e in piacevole dibattito!

Giordana era in attesa che l'uomo si presentasse a lei, e sperava dal profondo del cuore di venire accolta in Accademia.

L'uomo s'allontanava, senza aver dato cenno di rispondere... O forse non era mai esistito.
Un refolo d'aria passava attraverso la porta, creando una corrente fastidiosa. Giordana si strinse nel suo mantello e cercò di scaldarsi sfregando le manine arrossate dal vento una contro l'altra.

Tra poco arriverà qualcuno ad accogliermi! pensava fiduciosa.

Per terra, accanto ai suoi piedi vide una chiave. La ragazza la ignorò, chiedendosi chi fosse così distratto da perdersi delle cose così importanti.
Trovò una panca in marmo bianco e vi si sedette sopra, in attesa.

Vespasiano notò una piccola figura femminile su una bianca panca e si fermò a contemplare la figura, pareva aspettare fuori da giorni visto che era molto smunta in viso e con un poco di occhiaie, decise allora di andarle incontro e presentarsi:

Buon giorno madame, io sono Vespasiano Senatore di questa accademia, potrei sapere il vostro nome per cortesia e come mai siete qui fuori tutta sola?

Giordana si riscosse dai suoi pensieri.
Stavolta non stava sognando ad occhi aperti, davanti a lei c'era un uomo che le stava parlando in modo sereno.


Buon giorno madame, io sono Vespasiano Senatore di questa accademia, potrei sapere il vostro nome per cortesia e come mai siete qui fuori tutta sola?

Giordana fece un inchino in segno di saluto, e poi si presentò a sua volta.

Buongiorno a voi, egregio Senatore. Il mio nome è Giordana Sanseverino, e avre desiderio di essere ammessa a questa illustre Accademia d'arte e cultura. Sono qui da giorni in attesa che qualcuno mi inviti a entrare o rigetti la mia domanda di ingresso, e voi siete la prima persona che vedo. Ho trovato per terra queste chiavi, ma non so che farmene, nè quali porte siano in grado di aprire.

Il Senatore Vespasiano annuiva gravemente, così Giordana sorrise e proseguì:

Sono dunque ammessa a quest'Accademia, Senatore?

La ragazza era speranzosa. Di sicuro quel mazzo di chiavi era per lei, ma non si sentiva legittimata ad usarle, finchè qualche membro dell'Accademia non avesse accettato la sua candidatura.
Era parimenti nervosa, il palazzo visto da fuori le era sembrato immenso e aveva paura di perdersi nei suoi meandri. Portò le mani nel manicotto di pelliccia, indispensabile in quei giorni di freddo pungente, e attese la risposta del Senatore.

Vespasiano annuì con un gesto del braccio mancino ed iniziò a parlare:

Bene Giordana ora come ora il posto di rettore è praticamente vacante, il buon vecchio Eckart da Padova ha dato le sue dimissioni giusto un attimo prima che arrivaste Voi, ed io seppur senatore non ho l' autorità di ammettervi nelle nostre sale.

Se avrete la bontà di aspettare il nuovo direttore sono sicuro che sarete ammessa senza troppi indugi, ora perchè non andate a visitare Venezia nel frattempo vedo se posso farvi avere i permessi prima del tempo, speriamo in bene!

Il sorriso di Giordana le si spense sul viso.

Molto bene, Senatore, farò come dite. Ma è già passata una settimana, e debbo far ritorno in Istria. Appena possibile tornerò qui a Venezia, e verrò a chiedere se ci sono novità.

Molto bene Giordana, ci vedremo presto, allora!

La ragazza sospirò, poi parve riacquistare il buonumore che la contraddistingueva sempre, sorrise, si inchinò, e uscì elegantemente dal palazzo dell'Accademia.
Cercò una gondola, vi salì e si abbandonò sul sedile di velluto rosso, godendosi il piacere dell'imbarcazione che scivolava flessuosa tra le acque della laguna.

Tornerò presto... Sperando che eleggano presto il nuovo Direttore!

Fenice arrivò in fretta proprio mentre la gondola scivolava lontano, e a nulla valsero i suoi richiami. Era stata trattenuta nelle stanze interne e nessuno l'aveva avvisata in tempo dell'arrivo di una nuova ospite.
Osservò dispiaciuta la gondola che diventava sempre più piccola, allontandosi sulla superficie dell'acqua verde-azzurra, e sospirò. Avrebbe voluto accogliere la dama, ma qualcosa evidentemente non aveva funzionato a dovere... non rimaneva che scriverle una missiva e pregarla di tornare e presentarsi nuovamente, magari con il suo nome per intero. Forse in tal modo avrebbe potuto aprirle subito le porte dell'Accademia.

[off: la chiave per l'attivazione mi risulta disattivata, così non posso ammetterti nel forum; prova a disconnetterti e ad effettuare una nuova iscrizione, con un nome leggermente diverso; meglio anche evitare di usare i trattini prima delle lettere, perché alcuni forum hanno dei problemi a registrare nick con caratteri particolari]

Giordana sentì delle voci in lontananza.
Forse era un eco lontano.
La gondola scivolava silenziosa lungo le acque.
Non era una ragazza impulsiva, ma sentiva che quelle voci non erano frutto della sua immaginazione.

Ehi voi, tornate subito indietro!

Siora, ma come se pote, il semo za nel Gran Canal, no se pote Siora bella ghe sa se la mezza, devo de tornare a casa..

Su, non siate pigro, sono sicura che questi vi ridaranno le energie...

Giordana detestava i gondolieri. Esseri avidi... Sempre pronti per accaparrarsi il doppio della cifra pattuita. Lanciò un sacchetto di tela al gondoliere, questi lo prese e lentamente girò l'imbarcazione.

Come Siora comanda, tornamo tornamo...

La strada era lunga. La ragazza impaziente. Scese agilmente dalla gondola, proprio mentre una donna stava per voltarsi e far chiudere le porte.

La ragazza sgusciò dentro, e con sorpresa della donna le si inchinò e si presentò di nuovo.

Madonna, sono Giordana Sanseverino. Ho sentito un eco chiamarmi, eravate per caso voi?

[Off: mi sono ritrovata l'accesso al forum senza che nessuno mi venisse ad accogliere, quindi ero un attimino confusa sul da farsi, enssuno che mi avesse spiegato cosa fare, come muovermi..... non ho girovagato nè mi sono permessa di entrare finchè voi non accoglierete njm come membro dell'accademia ]

[off: non posso accoglierti fra gli iscritti perché il link sul quale devo cliccare (per mandarti l'email di conferma, che conterrebbe a sua volta un link sul quale dovresti cliccare poi tu per effettuare l'accesso e il log in), non funziona! cancellati e prova a iscriverti di nuovo con un nick leggermente diverso, senza usare trattini prima della prima lettera; spero di poterti ammettere così, altrimenti devo chiedere lumi sul modo di risolvere il problema, ma la vedo complicata...
cancellerò questo post in off appena mi avrai confermato di averlo letto]

Giordana ascoltò cosa la donna le sussurrava.
Le disse allora:

Ma qui in terra c'è già un mazzo di chiavi! Che sia il mio? Però è stato lasciato qui, non saprei se per me e come usare queste chiavi... Sono apparse dal nulla, e nessuno mi ha autorizzata a prenderle.

Vi autorizzo io, e vi accolgo con piacere in Accademia, dama! disse Fenice con un sorriso, prendendo le chiavi e porgendole solennemente alla dama. Siate la benvenuta e accomodatevi. Siete libera di esplorare ogni angolo dell'Accademia, di ambientarvi, di sistemarvi e riposarvi della lunga attesa. Controllerò se per caso qualcuno ha già pensato a far approntare per voi un cubiculum, e in caso contrario provvederò al più presto e vi farò sapere quando sarà pronto.
Entrate... io vado ad occuparmi del vostro cubiculum.
Fenice indietreggiò per far posto a colei che aveva atteso a lungo di entrare e la precedette a passo rapido lungo il corridoio, verso la zona della sacre dimore degli accademici.

Un sorriso nacque sul volto di Giordana.

Finalmente, sapevo che la mia perseveranza avrebbe fruttato! Me lo sentivo, dovevo tornare indietro...

La donna le porse le chiavi, e le stava dando il benvenuto nell'Accademia. Giordana prese le chiavi che la donna le porgeva, e annuì sorridendo. La dama si scostò, per permetterle di varcare la soglia assieme. La ragazza le disse:

Grazie mille, farò come dite, in attesa di un luogo per me mi rifocillerò, ho giusto qualcosa da mangiare nella bisaccia... Grazie mille, dama.. La Ragazza arrossì di imbarazzo. Ignorava il nome della gentil dama che le era venuta in soccorso! Perdonatemi, ignoro il vostro nome!

E così, tra presentazioni e chiacchierate, Giordana varcò per la prima volta le porte dell'Accademia, stringendo con la mano destra il suo mazzo di chiavi e portando l'altra sul cuore. Batteva per l'emozione.

Piacere di fare la Vostra conoscenza, madonna Fenice... E ora gradirei prorio che mi mostriate il mio spazio, vorrei riposare un poco!

Giordana rovistava nella bisaccia, finalmnte aveva trovato ciò che cercava. Prese il fagotto, lo aprì e tirò fuori una crostatina con marmellata di fragola.

Ne gradite assaggiare una? Le ho preparate con le mie mani!

E mangiucchiando tra le chiacchiere le due donne fecero un rapido giro del palazzo prima di giungere alla stanza destinata a lei.