Era presto il sole già s'innalzava in cielo dando il cambio alla luna che pian piano prese riposo dietro le montagne,l'aurora splendeva illuminando man mano tutto il villaggio e così via fino a portare luce all'intera venezia.
Isaca si svegliò aveva i capelli spettinati e mossi,la camicia aperta fino al petto e i calzoni accartocciati.Il letto immobile dormiva ancora come la sua beata moglie che si trovava di fianco; isaca si alzò si vestì e poi diede un bacio alla sua amata.Aprì il finestrone della stanza e salì sul tetto della casa,le tegole rosse ancora fredde.Isaca camminò per un pò di tempo osservando il risveglio del villaggio.I primi mendicanti facevano capolino,i primi contadini che si dirigevano inflessibili ai campi da lavoro dove avrebbero seminato,arato sotto il sole che comprava le loro gocce di sudore che scendevano piano dai loro volti.Scese in un balzo atterrando in capriola quando passò per l'imponente accademia di venezia.Era molto alta un portone a forma di arco si erigeva una scritta quasi alla fine del colosso diceva:-<<Noli foras ire,in te ipsum redi,in interiore homine habitat veritas>>A isaca piaceva molto inventare storie e raccontarle alla cittadinanza e la cittadinanza si rallegrava e numerosi accorrevano ad ascoltarlo,allora decise di entrare e di visitare l'accademia.Varcò la soglia della porta e entrò, Un'immensa biblioteca si trovava ad occupare l'infinito spazio numerose persone erano sedute a dei tavoli a leggere dei libri,molte persone conosciute come baroni,conti ,visconti, vescovi parrochi.Isaca si sentiva un piccolo moscerino fra loro ma si fece avanti e si presentò nello studio, un pò vergognato bussò alla porta e si sentì una leggera voce che disse in modo imponente:-Avanti!,Isaca aprì il portone in legno di quercia piano piano la porta fece un cigolio tombale poi la richiuse in modo lento e fece un sospiro mentre era voltato poi si girò verso la persona che era seduta su una sedia in legno di secuoia,il signore appoggiava una mano sullo scrittoio con numerose lettere con diversi sigilli tutte in ordine ,mentre con quell'altra immergeva la piuma d'oca nell'inchiostro e scriveva velocemente,aveva gli occhiali quasi sulla punta del naso se li tolse e si rivolse a isaca:-Si?
Isaca che balbettava quasi disse S..salve vorrei iscrivermi a questa accademia per seguire le lezioni e migliorare il mio parlare e il mio scrivere, a portogruaro sono noto per le mie storie, il signore riguardò la lettera che stava scrivendo poi la ripiegò ci mise un sigillo e la chiuse,poi si rivolse ancora verso isaca e disse:-Ah si tu devi essere itàca..isaca ispirò e disse:- i..isaca signore...L'uomo gli rispose:-Si isaca perdonami allora vorresti entrare a far parte dell'accademia??bene mi consulterò con gli altri professori e poi ti faremo sapere.Puoi andare..Isaca ringraziò l'uomo poi aprì piano la porta che fece un piccolo scricchiolio e infine la richuse.Uscì dall'accademia camminando in punta senza farsi sentire,una volta fuori si alzò il cappuccio e si recò all'officina.
Isaca si svegliò aveva i capelli spettinati e mossi,la camicia aperta fino al petto e i calzoni accartocciati.Il letto immobile dormiva ancora come la sua beata moglie che si trovava di fianco; isaca si alzò si vestì e poi diede un bacio alla sua amata.Aprì il finestrone della stanza e salì sul tetto della casa,le tegole rosse ancora fredde.Isaca camminò per un pò di tempo osservando il risveglio del villaggio.I primi mendicanti facevano capolino,i primi contadini che si dirigevano inflessibili ai campi da lavoro dove avrebbero seminato,arato sotto il sole che comprava le loro gocce di sudore che scendevano piano dai loro volti.Scese in un balzo atterrando in capriola quando passò per l'imponente accademia di venezia.Era molto alta un portone a forma di arco si erigeva una scritta quasi alla fine del colosso diceva:-<<Noli foras ire,in te ipsum redi,in interiore homine habitat veritas>>A isaca piaceva molto inventare storie e raccontarle alla cittadinanza e la cittadinanza si rallegrava e numerosi accorrevano ad ascoltarlo,allora decise di entrare e di visitare l'accademia.Varcò la soglia della porta e entrò, Un'immensa biblioteca si trovava ad occupare l'infinito spazio numerose persone erano sedute a dei tavoli a leggere dei libri,molte persone conosciute come baroni,conti ,visconti, vescovi parrochi.Isaca si sentiva un piccolo moscerino fra loro ma si fece avanti e si presentò nello studio, un pò vergognato bussò alla porta e si sentì una leggera voce che disse in modo imponente:-Avanti!,Isaca aprì il portone in legno di quercia piano piano la porta fece un cigolio tombale poi la richiuse in modo lento e fece un sospiro mentre era voltato poi si girò verso la persona che era seduta su una sedia in legno di secuoia,il signore appoggiava una mano sullo scrittoio con numerose lettere con diversi sigilli tutte in ordine ,mentre con quell'altra immergeva la piuma d'oca nell'inchiostro e scriveva velocemente,aveva gli occhiali quasi sulla punta del naso se li tolse e si rivolse a isaca:-Si?
Isaca che balbettava quasi disse S..salve vorrei iscrivermi a questa accademia per seguire le lezioni e migliorare il mio parlare e il mio scrivere, a portogruaro sono noto per le mie storie, il signore riguardò la lettera che stava scrivendo poi la ripiegò ci mise un sigillo e la chiuse,poi si rivolse ancora verso isaca e disse:-Ah si tu devi essere itàca..isaca ispirò e disse:- i..isaca signore...L'uomo gli rispose:-Si isaca perdonami allora vorresti entrare a far parte dell'accademia??bene mi consulterò con gli altri professori e poi ti faremo sapere.Puoi andare..Isaca ringraziò l'uomo poi aprì piano la porta che fece un piccolo scricchiolio e infine la richuse.Uscì dall'accademia camminando in punta senza farsi sentire,una volta fuori si alzò il cappuccio e si recò all'officina.