Da molto tempo il Primo Siniscalco Italico, monsignor Vlad Feanor Draculesti, aveva sentito parlare dell'Accademia di Venezia, ma soltanto adesso aveva trovato il tempo di recarvisi. Benchè fosse ormai divenuto un uomo di guerra - di guerra santa, s'intende! - aveva comunque continuato a coltivare l'amore per la teologia, la scienza delle cause prime, e dopo il conseguimento del prestigioso diploma di Fornovo era in attesa di iniziare il nuovo, più impegnativo e - sperava - ultimo a Roma: ma il Santo Uffizio gli era ancora precluso, e chissà quando avrebbero valutato la sua candidatura, mentre l'Ecumene, popolato com'era di pretucci inesperti e di diaconi con poca conoscenza del dogma, non gli offriva un terreno adatto a far fruttare le sue conoscenze. L'Accademia di Venezia, sotto questo punto di vista, sembrava l'unico posto per fare ciò.
Una scorta di cadetti della Guardia Episcopale lo scortava, come si conveniva al suo rango. In verità Vlad avrebbe voluto evitare una tale cosa, per non dare nell'occhio; poi però avevano prevalso in lui la prudenza - i briganti su quelle strade erano troppi - e il desiderio di colpire positivamente chiunque l'avesse visto arrivare.
Dopotutto la modestia non è la dote di un Draculesti! mormorò, ripensando a ciò.
Quando fu dinanzi al portone dell'Accademia, smontò da cavallo con agilità, si aggiustò il lungo mantello rosso da Alto Dignitario, diede una veloce spolverata alla piastrina del Primo Siniscalco, raffigurante una penna d'oro sormontata da una corona anch'essa dorata, e infine si avvicinò alla porta. I giovani cadetti che costituivano la sua scorta rimasero immobili ai loro posti, e questo strappò al Siniscalco un sorriso di orgoglio per la disciplina che era riuscito a inculcare loro.
Fate annunciare che monsignor Vlad Feanor Draculesti, Primo Siniscalco Italico, Sergente di Ravenna, Grand'Ufficiale di San Kyréne e Arcidiacono di Ravenna, è qui!
Una scorta di cadetti della Guardia Episcopale lo scortava, come si conveniva al suo rango. In verità Vlad avrebbe voluto evitare una tale cosa, per non dare nell'occhio; poi però avevano prevalso in lui la prudenza - i briganti su quelle strade erano troppi - e il desiderio di colpire positivamente chiunque l'avesse visto arrivare.
Dopotutto la modestia non è la dote di un Draculesti! mormorò, ripensando a ciò.
Quando fu dinanzi al portone dell'Accademia, smontò da cavallo con agilità, si aggiustò il lungo mantello rosso da Alto Dignitario, diede una veloce spolverata alla piastrina del Primo Siniscalco, raffigurante una penna d'oro sormontata da una corona anch'essa dorata, e infine si avvicinò alla porta. I giovani cadetti che costituivano la sua scorta rimasero immobili ai loro posti, e questo strappò al Siniscalco un sorriso di orgoglio per la disciplina che era riuscito a inculcare loro.
Fate annunciare che monsignor Vlad Feanor Draculesti, Primo Siniscalco Italico, Sergente di Ravenna, Grand'Ufficiale di San Kyréne e Arcidiacono di Ravenna, è qui!