l'arrivo di Karlofthelake

Karl era emozionato, stava per ricevere l'Alloro dall'Accademia di Venezia per un suo scritto su di una guerra nella penisola italica.
Quella mattina di post Santo Stefano raggiunse la sede dell'Accademia.
Chissà se ci sarà qualcuno in questi giorni, pensò...
Ehh il Natale, le feste... forse è meglio che prenoti una taverna in città.. tornare a Pola è un lungo viaggio, al massimo aspetterò che l'Accademia riapra le sue attività.
Il portone in pesante quercia era chiuso, solo un batacchio in bronzo era il possibile anfitrione a comunicare tra lui e l'Accademia in quel momento.
Prese coraggio e lo utilizzò, battendo un paio di volte.
Si sentì dall'interno l'eco del suo battere, come se si propragasse in un grande salone d'ingresso.
Pazientemente restò in attesa...

Due colpi rimbombanti dal portone fin dentro le mura, fino alla Biblioteca dove in quel momento Fenice si trovava, intenta allo studio e alla riflessione.
Alzò la testa con un sussulto e sorrise. Doveva essere Carlo Francesco di Montefeltro, del cui arrivo imminente era stata preavvisata, poiché un annunciarsi così sonoro richiedeva una possanza fisica non comune.
Si alzò e andò personalmente all'ingresso, poiché sapeva che in quei giorni fin troppo quieti, e come addormentati sotto la neve, il portinaio si era sicuramente assopito in cucina, accanto al focolare, invece di stare al suo posto a fare il suo dovere.
Per scrupolo aprì lo spioncino e le sue supposizioni ebbero conferma: nonostante fosse passato parecchio tempo dal loro ultimo incontro, Fenice riconobbe Karlofthelake e aprì il pesante portone, rabbrividendo un poco per l'arietta gelida che spirava fuori dal muro di cinta.

Benvenuto all'Accademia, cavaliere, salve disse tirandosi subito indietro per far posto all'atteso visitatore. Entrate, vi accolgo come Co-direttrice ma anche come amica, anche se non ci vediamo da molto tempo. Siete ospite atteso e gradito e siete stato preceduto dalla notizia della vostra vittoria, di cui ritirerete presto l'ambito premio.

Karl fece un passo sulla gradinata di marmo prospicente l'ingresso ma si fermò subito, favorevolmente stupito nel vedere la Dama che ebbe modo di conoscere in occasione di avvenimenti culturali, tempo addietro in terra di Modena.

Oh.. ma.. Donna Fenice, che bella sorpresa trovarvi qui, disse varcando la soglia e, raccolta la mano della Dama accennò un leggero inchino ed un sorriso in cenno di rispettoso saluto .. oggi, oltre che singolare, è proprio una gradevole giornata.
Sinceramente non mi aspettavo di trovare qualcuno in questo periodo di feste, tantomeno la piacevole ventura di incontrare la vostra cortese persona.
Di certo, conoscendovi siete la persona più adatta a condurre la direzione di questa magnifica Accademia. E sono veramnete lieto di poter ricevere la prestigiosa onorificenza direttamente da voi, ciò arricchisce il valore di cotale azione e mi fa sentire doppiamente onorato.
Cortesemente, spiegatemi quello che dovrò fare e ove mi debbo recare, questo palazzo è così immenso visto anche dall'interno, che mette quasi soggezione, sebben con voi son sicuro di avere un prestigioso anfitrione.

Sono anch'io lietamente sorpresa di rivedervi disse Fenice con un sorriso di apprezzamento per i modi del cavaliere. Lo invitò con un gesto a seguirla e imboccò il largo corridoio che portava verso il cuore dell'edificio, voltandosi per continuare a parlare mentre lo precedeva di un passo e lo guidava. Venite. Per prima cosa, vi mostrerò la vostra loggia, dove potrete riposare, sistemarvi a vostro agio e anche scaldarvi un poco, perché ho fatto collocare nella stanza un braciere acceso fin da stamattina presto. Sorrise. L'Accademia è molto grande... In questo periodo dell'anno è molto silenziosa, perché parecchi senatori sono occupati altrove e molti ospiti sono partiti... siamo in una fase di rinnovamento, poiché Padre Eckart... s'interruppe per un attimo e con uno sforzo visibile trattenne le lacrime che le vevano riempito subitamente gli occhi. Ci sono dei cambiamenti, vi dicevo. Ci sarà presto la vostra premiazione... ma prima, sentitevi libero di girare in ogni sala dell'Accademia, di visitarne la Biblioteca, la Cappella, il Giardino. Questo è un luogo che invita allo studio, alla meditazione, all'elevazione spirituale mediante il dialogo e l'amore per le arti. Siete a casa vostra... l'ospite qui è sacro ed è caldamente invitato a trarre giovamento dal suo soggiorno come meglio sa e desidera. Vi lascio dunque libero di ambientarvi, ma non per abbandonarvi, bensì per darvi modo di trovare le vostre strade... tuttavia, rimango a vostra disposizione per qualunque necessità, e se desidererete intrattenervi con me o con la Direttrice dama Ladisissi, non avrete che da dirlo.

Così parlando, Fenice aveva guidato l'ospite attraverso sale e corridoi, fino al ballatoio sul quale si affacciavano le logge. Aprì una porta e fece un gesto invitando il cavaliere ad entrare nella stanza, dalla quale usciva un piacevole tepore lievemente profumato di ginepro.

Prego, qui è il vostro rifugio, se volete... Accomodatevi. Mi troverete più tardi in Biblioteca, se avete bisogno di qualcosa.

Con una piccola riverenza e un ultimo sorriso, Fenice si volse e si allontanò.

Karl passò un paio di giorni lietamente, visitando le sale dell'Accademia e gustandosi la loggia a lui riservata.
Il braciere fatto sistemare dalla gentile ospite Donna Fenice nella sua stanza era un toccasana,erbe o piante aromatiche scaldavano e riempivano la stanza di delicato e piacevole profumo, ottimo per corroborare spirito e corpo.
La stanza si apriva con un'elegante bifora sulla piazza antistante, animata di giorno e colorata dai mille pigmenti degli abiti di cittadini veneziani; amavano il velluto, eh certo che solo a Venezia in quel periodo era possibile trovare. Comodo nel vestire e caldo in quelle giornate di fine anno.
La notte l'assoluto silenzio era solo diturbato dalla luce della luna, seppur meraviglioso faro sulle architetture della città, sulle sue divertenti fantasie architettoniche, diverse dalla seriosa e scarna cittadina di Pola.
Quella mattina crepuscolare era accompagnata, nel pensiero di Karl, dal velo di tristezza che Donna Fenice aveva mostrato citando Padre Eckart, Karl non aveva mai avuto modo di conoscerlo né sapere quali mansioni avesse potuto avere, ma, pensò doveva essere una persona eccezionale nell'ambito di questo Ateneo per essere così rimpianta la sua forzata assenza.
Però era dispiaciuto dello stato di costernazione di Donna Fenice, così appena sveglio, si diresse verso la piazza, dritto ad un fornaio che spandeva aromi di sfornatura fresca in ogni dove. Fece colazione e ordinò un cestino di dolci appena preparati, lo fece confezionare e ordinò fosse consegnato all'Accademia e in mani di Donna Fenice.
Aggiunse un piccolo biglietto su quale scrisse... per augurarVi un dolce risveglio ed un sereno inizio di giornata, sentitamente. Karl.

Poi tornò nella sua loggia, doveva ancora sbarbarsi e abbandonare quell'aria un poco trasandata che, di solito gli faceva compagnia quando era a Pola.
Ancora c'era tempo a disposizione, la cerimonia di consegna dell'Alloro Accademico era fissata per i giorni prospicenti la fine dell'anno, quindi si concentrò su quello che l'Accademia poteva offrire nelle sue interessanti e poliedriche Sale.
Oggi avrebbe partecipato come curioso spettatore alla consegna delle incombenze direttive dell'Accademia ad un nuovo incaricato.