Passeggiava con tranquillità, assorto nei suoi pensieri, diretto verso il palazzo sede dell'ACCADEMIA DI VENEZIA seppure era mancato per decenni dalla città, però ricordava quella zona come una delle sue preferite per le sue scorribande giovanili e vi si muoveva con sicurezza perché ben poco era cambiato da allora.
Per cui poteva lasciare libero corso ai suoi pensieri, in un primo tempo la sua attenzione si concentrò sul prossimo futuro: un ulteriore mandato da sindaco, le possibili difficoltà se ci fossero state incomprensioni con gli stranieri che stavano arrivando a frotte ed anche le forse probabili ritorsioni per l'azione albanese ...
ma poi ricordò quello per cui era arrivato quella mattina a Venezia.
La nomina a Ministro della Cultura non era arrivata inaspettata, d'altronde come poteva essere visto che non si era proposto nessun altro, lui si era proposto sperando di invogliare anche altri a seguire il suo esempio ma, certamente, la nomina non gli dispiaceva, anche se già sapeva che le difficoltà sarebbero state tante.
Per adesso doveva solo presentarsi in Accademia, poi avrebbe visto cosa avrebbe dovuto fare e quali compiti gli sarebbero stati imposti dalla legge, ma ora per prima cosa doveva mettersi d'accordo con i responsabili della struttura culturale per organizzare la visita della novella Doge perché non aveva nessuna voglia di sentire le sue rimostranze se avesse tardato a fare quello che lei gli aveva chiesto, anzi ordinato.
Scavalcato l'ultimo rio, su di un ponticello da cui ricordava di essersi tuffato spesso da giovane, si ritrovò nel piccolo campo in cui si affacciava il portone dell'ACCADEMIA DI VENEZIA, si accostò e bussò.
Ora doveva solo attendere.
Per cui poteva lasciare libero corso ai suoi pensieri, in un primo tempo la sua attenzione si concentrò sul prossimo futuro: un ulteriore mandato da sindaco, le possibili difficoltà se ci fossero state incomprensioni con gli stranieri che stavano arrivando a frotte ed anche le forse probabili ritorsioni per l'azione albanese ...
ma poi ricordò quello per cui era arrivato quella mattina a Venezia.
La nomina a Ministro della Cultura non era arrivata inaspettata, d'altronde come poteva essere visto che non si era proposto nessun altro, lui si era proposto sperando di invogliare anche altri a seguire il suo esempio ma, certamente, la nomina non gli dispiaceva, anche se già sapeva che le difficoltà sarebbero state tante.
Per adesso doveva solo presentarsi in Accademia, poi avrebbe visto cosa avrebbe dovuto fare e quali compiti gli sarebbero stati imposti dalla legge, ma ora per prima cosa doveva mettersi d'accordo con i responsabili della struttura culturale per organizzare la visita della novella Doge perché non aveva nessuna voglia di sentire le sue rimostranze se avesse tardato a fare quello che lei gli aveva chiesto, anzi ordinato.
Scavalcato l'ultimo rio, su di un ponticello da cui ricordava di essersi tuffato spesso da giovane, si ritrovò nel piccolo campo in cui si affacciava il portone dell'ACCADEMIA DI VENEZIA, si accostò e bussò.
Ora doveva solo attendere.