Era ormai da un po' più di "qualche giorno" che Vittorio era stato invitato alla nuova Accademia, che era stata appena aperta e presto sarebbe stata inaugurata.
Quando Ottavio fece fermre i cavalli davanti alla Porta dei Leoni, Vittorio rimase un po' a guardare l'imponenza di quella costruzione. Dopo qualche momento, scese finalmente dalla carrozza e, giunto davanti al portone, bussò tre volte usando il battente, aspettando una risposta che non tardò ad arrivare. Lo spioncinò infatti si aprì poco dopo, e due occhi lo guardarono dalla stretta fessura. Vittorio si schiarì la voce e si presentò:
"Buongiorno, sono Vittorio Vivaldi, Magnate della Serenissima Repubblica. Potreste gentilmente avvisare messer Eckart Lazzaro Torless della Carmagnola del mio arrivo?"
Quando Ottavio fece fermre i cavalli davanti alla Porta dei Leoni, Vittorio rimase un po' a guardare l'imponenza di quella costruzione. Dopo qualche momento, scese finalmente dalla carrozza e, giunto davanti al portone, bussò tre volte usando il battente, aspettando una risposta che non tardò ad arrivare. Lo spioncinò infatti si aprì poco dopo, e due occhi lo guardarono dalla stretta fessura. Vittorio si schiarì la voce e si presentò:
"Buongiorno, sono Vittorio Vivaldi, Magnate della Serenissima Repubblica. Potreste gentilmente avvisare messer Eckart Lazzaro Torless della Carmagnola del mio arrivo?"