ACCADEMIA DI VENEZIA

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    Arrivo dell' admor spinozista Gianlupo

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    Nagid
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    Messaggio  Nagid Ven Set 17, 2010 2:21 am

    Gianlupo aveva viaggiato via terra. In solitudine, stretto nel calore di quella tunica color verde bosco.
    Aveva respirato e contratto i tempi della natura, ne aveva accarezzato il sapore.

    Un bastone lo aveva aiutato a procedere lungo pendii e montagne. Una volta giunto in pianura, invece, aveva cercato il più possibile di restare fuori dalle vie di comunicazione, prediligendo i margini e i suoni notturni.

    Non aveva atteso i fratelli e le sorelle gaetane, forte il desiderio di rivedere una vecchia amica e di conoscere colui che aveva organizzato una conferenza dal tema interessanti, illuminante e affascinante, era per sua stessa natura fondante nella riflessione di un uomo spinozista del 1458.

    Lungo il viaggiò portò con sé una copia del Libro dei Saggi e un brano che stava traducendo da poco tempo in lingua tedesca.

    Improvvisamente si ritrovò, senza essersene accorto, nei pressi del luogo deputato all'incontro: l'Accademia.
    Avanzò ora con il capo proteso in avanti, si guardò attorno.

    Deglutì e sorrise.



    Giunto dinanzi alle porte, molto lentamente calò il cappuccio di stoffa pesante.
    Sospirò.
    Con voce alta e decisa esclamò.



    "Sono Nagid Gianlupo Dall'Aquila..... Admor spinozista e saggio del Sinedrio spinozista italico. Ho affrontato un lungo viaggio per raggiungere questo tempio dei saperi... chiedo di poter entrare e di essere accolto....per poter partecipare alla conferenza..."


    Respirò e quasi sussurrando disse.


    "Sono lieto di esser qui...."


    Sorrise mentre le riflessioni anticiparono e si susseguirono prima di qualsiasi movimento meccanico e ligneo.
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    Messaggio  Eckart Ven Set 17, 2010 3:11 pm

    Padre Eckart fu avvisato dell'importante visita in Accademia, quel giorno. Gli fu riferito che l'Admor Gianlupo... Nagid... attendeva presso la Porta dei Leoni, chiedendo accesso. Si fermò un attimo tra i suoi pensieri... dovette assorbire la sorpresa. Si aspettava invero quella visita, ma non così anzitempo... e un poco si rammaricò del suo stato di salute cagionevole, nei giorni passati, perchè avrebbe voluto mandare già da tempo un bell'invito al Messere in questione... ma la costrizione a letto non glielo aveva permesso.

    Ora che si sentiva un poco meglio, ben sapendo che un pò di lavoro arretrato doveva essere messo a posto, e che quella sarebbe stata una giornata da passare fra le scartoffie, fu comunque felice di sapere che i tempi si stessero accelerando per conto loro. Dunque, ripresosi... si fece porgere un bastone per scendere le scale. Si sentì, invero, un poco buffo nel pensarsi a tre gambe, cosa insolita per lui. Si rallegrò all'idea: dopotutto la vecchiaia gli stava donando quella serenità che è l'approdo di una vita tormentata pacificata nella fede... persino tra i piccoli guai quotidiani.

    Lentamente raggiunse il massiccio portone... vide il giovene in attesa, lo comprese educato, per il gesto che fece nel calarsi il pesante cappuccio verde, mostrando il volto fiero.

    Sorridente... gli si fece innanzi. Nonostante non lo avesse mai visto... si sentì quasi familiarmente, perchè molto aveva sentito parlare di costui, talvolta nel bene e talvolta nel male... curioso di poter dare, finalmente, un giudizio proprio. Si accorse, non a caso, emozionato, alla vista di quella figura smilza e barbuta, un poco provata da un lungo cammino: il fango sulle scarpe, il sudore oleoso, le vesti un poco sdrucite non lasciavano dubbi su ciò. Egli, da subito, gli ispirò quella simpatia solita tipica del frate di fronte al viandante. Quanti pellegrini aveva visto padre Eckart in vita sua... seppur mai in un simile singolarissimo contesto. Probabilmente il suo sorriso derivava proprio da queste associazioni.

    Ciò che subito disse fu... Benvenuto e poi continuò: Devo farmi perdonare due cose, due almeno... confido pertanto in un vostro animo generoso. In primis... scusatemi se ho lasciato voi e la Comunità Spinozista nel silenzio per un tempo che, evidentemente, vista la vostra visita di oggi, è stato inquieto d'attesa; per la verità speravo che il Magister Vespasiano vi avesse avvisato del mio stato di salute, che, in confidenza, non so se è dovuto alle conseguenze di una giovinezza fremente anche troppo o all'umidità della mia attuale Santa Cella Conventuale. Avevo intenzione di scrivervi una bella lettera, ma queste povere ossa doloranti me lo hanno impedito. Rallegriamoci però, perchè oggi mi sento davvero meglio!

    A questo punto il frate sospirò!

    Ora mi scuserò di nuovo... in secundis: i preparativi del Convegno, che attendo con ansia, spero condivisa, vanno a rilento per la medesima causa... pertanto vi chiederò pazienza di aspettare ancora un poco. Mi auguro comunque avremo tempo di conoscerci... Io so un poco di voi da altre voci, non so cosa voi sappiate di me, che alcuni reputan saggio e talaltri un poco ammattito per alcune idee troppo moderne che mi balzano nella mente e nel cuore da quando sono frate. Forse questi critici hanno ragione... giacchè la mia mente e il mio cuore sono pur sempre la mente e il cuore di un vecchio, pure un pò balordo, lo ammetto. Molte faccende mi attendono oggi... fra poco dunque mi congederò, lasciandovi libero il passo in Accademia, avvisandovi che qui, per mia disposizione e volontà, niente è segreto e tutto può essere utlizzato da tutti: sentitevi dunque a vostro agio, se vorrete visitare le diverse sale, consultare i nostri testi, discorrere nelle Schole con questo o quell'altro dei magistri o degli studiosi. La scortesia che vi faccio nel congedarmi troppo velocemente da voi sia dunque bilanciata dall'accoglienza del luogo... eccessivamente sfarzoso, come ogni dove del veneziano. Purtroppo mi trovate in un momento di grand'affare... Molte cose ho da adempiere oggi... vi dicevo... ma so da dove cominciare sapete? Come prima cosa vi farò preparare una Loggia presso le Sacre Dimore: la fatica che avete fatto nell'arrivare deve essere placata da un buon letto e da qualche vivanda. Poi comincerò a scrivere le tante lettere che ho da comporre... ai Senatori, ai Teologi, alle Rappresentanze tutte, affinchè si possa procedere per l'inizio del Convegno, che proporrei, se siete d'accordo, per la data del 25, Domenica.

    In serata potremo forse incontrarci presso i Salotti dell'Accademia, magari quello predisposto al Dialogo Religioso, per aggiornarvi su quanto fatto, per rispondere alle domande che vorrete pormi, e per un nocino, se lo gradite.

    Mi rendo cont di aver fatto tante parole... vado di fretta, ma ci tenevo che subito alcuni temi fossero chiari, e che aveste l'accoglienza che merita un uomo di sapere. Prego dunque, terminando, di accomodarvi e mettervi a vostro agio.


    Ciò detto, Padre Eckart attese replica, sperandola in brevitas brevitatis.



    Fenice Maria Helena Aslan
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    Messaggio  Fenice Maria Helena Aslan Ven Set 17, 2010 3:26 pm

    Passando in un corridoio adiacente all'ingresso, Fenice sentì due inconfondibili voci, e la sorpresa la fece arrossire di gioia...
    Padre Eckart era sceso dalla sua loggia... dunque poteva muoversi... dunque stava almeno un po' meglio! e l'altra voce... le pareva, ma temeva di sbagliarsi... sarebbe stato un dispiacere troppo grande, eppure... no, era la voce di Nagid, era davvero lui!
    Dimenticando il doveroso atteggiamento di una dama, corse impulsivamente verso l'ingresso, riconobbe la figura che sostava appena fuori dalla soglia, si affiancò a Padre Eckart salutandolo con un gioioso sorriso di bentornato e allargò affettuosamente le braccia verso l'amico Nagid, che non vedeva da così tanto tempo!


    Nagid, amico mio! Shalom! siete proprio voi, carissimo?

    Avanzò per abbracciarlo e notò la sorpresa sul viso un po' affaticato di Padre Eckart, che non poteva sapere l'amicizia che la legava da tempo all'Admor spinozista, ex cittadino mirandolese. Rise abbracciando l'amico, quasi senza guardarlo, presa com'era dalla gioia di rivederlo.

    Perdonatemi l'intrusione avventata, Padre Eckart... come state? un poco meglio, mi pare... ero davvero in pena per voi, ma non ho osato disturbarvi... e voi, caro amico, benvenuto! come sono felice che siate arrivato in anticipo... entrate, venite, sarete stanco, avrete bisogno di una tisana, di un po' di riposo, di sostare in giardino... vedrete, abbiamo...

    S'interruppe di colpo e rise della propria impetuosità.

    Vi chiedo scusa... ad entrambi... sono piombata come un uragano, perdonate...

    Fece un passo indietro con gli occhi che brillavano e le guance arrossate, e attese che i due uomini parlassero.
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    Messaggio  Pascal Ven Set 17, 2010 4:33 pm

    E tutta la scena era vista da una finestra dal frate dai capelli dorati.

    Infine egli scese verso le Fauci, poi senza nemmeno troppa etichetta salutò l'admor con un inchino, e si diresse fuori dall'Accademia.
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    Messaggio  Gianlupo Ven Set 17, 2010 6:43 pm

    Lo sguardo si era focalizzato sul portone e pian piano prese forma la figura di Padre Eckart.
    Rimase assorto e quasi trattenne il respiro per lo stupore.
    Aveva incontrato molti esponenti della Chiesa aristotelica nel suo tempo spinozista. Ad un primo approccio ciò che lo aveva sempre messo a disagio e lo aveva reso non del tutto empatico con essi, erano stati il portamento, i formalismi, lo sfarzo, la superbia e le schiere di uomini al loro seguito.
    Dapprima pensò che quella forma di armonia atmosferica e di empatica connessione fossero dovute alla stanchezza; poi pensò che la ragione dimorasse nella condizione di salute dell'uomo; infine, però, si accorse che quell'aspetto di Eckart così semplice, quell'aria così particolarmente gentile e saggia era propria degli uomini che forgiano il sapere.

    Un nuovo sorriso apparve sul suo volto.
    Un cenno del capo nel breve saluto, ma immediatamente fu rapito dalle sue parole e annuì ad ogni passo verbale.

    Attese la fine e questa volta il sorriso si era tramutato in piacevole accettazione e pregevole curiosità. Il tono ancora una volta pacato, ma non formale.


    “Padre Eckart....per favore non avete nulla da farvi perdonare....”

    Un cenno della mano a cancellar quelle parole così prive di fondamento. Sorrise con quella dolcezza che contraddistingueva le relazioni intessute da Gianlupo. La pacatezza scandì ogni parola.

    “Il silenzio, per quanto mi riguarda, coincide con la meditazione....così come l'attesa permette di mettere in discussione le proprie tensioni ed emozioni...dunque sono io a ringraziarvi...per l'attesa e l'ospitalità....mi spiace solo che siate malato...

    Una pausa sospirata.

    “ Di voi so solo quello che mi è stato riferito da fratello AaronVespasiano e da madama Fenice....ossia che siete uomo di alto spessore culturale, uno studioso. Per il resto...onestamente....non so nulla, ma, se mi darete l'opportunità, col tempo lo scoprirò. Io sono qui per la conferenza è vero, ma mi scuso per l'anticipo con cui sono giunto perché...sono attirato da questo luogo e i saperi in esso contenuti..oltre che anche dalla vostra persona e le persone che qui operano. Di fatto sarei estremamente interessato a consultare la vostra biblioteca, magari avere accesso ad alcuni libri utili per terminare la pubblicazione di un libro e dedicarmi ad alcune traduzioni di testi sacri....”

    Deglutì e continuò catturato dal clima instauratosi.
    Probabilmente la possibilità di studiare e meditare lo rendevano raggiante e pieno di entusiasmo.




    “Non appena avrete tempo....sarò lieto di discorrere con voi nei salotti dell'Accademia, soprattutto di godere della vostra compagnia e di un buon nocino!”


    Soddisfatto di quel programma stava per aggiungere una domanda e una riflessione quando, come una sorpresa attese vide Fenice. Guardò prima Padre Eckart come a scusarlo di ciò che avrebbe fatto in quel momento, ma con grande e profonda emozione abbracciò cortesemente e con grande emozione la sua vecchia amica.

    Aggiunse un lieve e commosso.

    “Come state?eh?”

    In quel momento molti ricordi affiorarono, così come il profondo legame di rispetto e stima che li univa al di là delle differenze di fede.
    Poi si accorse della sporcizia che con sé portava in quell'abbraccio: il sudore depositato sulla tunica e su quelle vesti....... d'istinto si allontanò.


    “Oh Fen..perdonate e perdonate anche voi...è che....”

    Rise sommessamente fissando ambo due e cercando di lisciare il vestito.


    “è che....beh non me l' aspettavo...Shalom e grazie anche a voi....non credevo che mi sarei sentito come se fossi a casa...”

    Una risata di stupore si aggiunse quando vide Pascal nel suo abituale modo di muoversi e nella sua naturale compostezza da studioso; felice di vedere anche lui s'inchinò e ricambiò il saluto.

    “Anche voi qui!”

    Un nuovo sorriso.


    “Allora....vado prima in biblioteca con permesso....e poi sarò felice di lavarmi dalle fatiche del viaggio, ma soprattutto di bere tisane e nocini....”

    Un gentile cenno del capo in segno di assenso.
    Si preparò ad entrare, cosciente che le mappe culturali e la ricerca dei saperi occultano ingiustificatamente territori inesplorati, sorprese e dolci insidie, per questo il desiderio di scoprirle in chi studia è sempre così vivo; per questo il sincretismo è lo strumento prediletto, a quanto dice, del giovane Gianlupo.
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    Messaggio  Eckart Ven Set 17, 2010 8:43 pm

    Dopo aver osservato prima Dama Fenice e poi Fratello Pascal, sempre con espressione gaudente, dopo essersi felicitato dei gesti spontanei che stavano armoniosamente accadendo, rincuorandosi che tutti, in quel momento, si sentissero sereni, sollevati e festanti... Padre Eckart riprese... rivolgendosi di nuovo a Gianlupo.

    Vi chiedo una cosa, Admor. Smettetela di chiedere permessi... qui non ne avete bisogno. In primo luogo perchè siete nostro Ospite, e come tale sarete trattato, così come abbiamo sempre accolto il forestiero: nel migliore dei modi possibili in ottemperanza al rispetto dovuto a questa Accademia, che in qualche modo ci trascende, nel suo alto Spirito e Mandato. In secondo luogo perchè siete persona di studio, e ci tiene aver premura anche di questo.

    Apprendo e vedo con immenso piacere che la vostra sacca è piena di libri... spero vogliate metterli in comune con noi... la nostra biblioteca ha da rinnovarsi continuamente, perchè essa ha da essere viva, e ha da dare respiro al sapere, che mai si ferma. Peraltro mi fate ricordare che devo aggiungere un paio di miei scritti, che spero leggiate, in biblioteca. Io di sicuro leggerò i vostri. In passato feci sguardo con attenzione ai testi spinozisti, quelli che ci mise a disposizione il Marchese Arimanno, devo dire con diletto e voglia di approfondire... se non altro per il tarlo che alcune spiacevoli frasi hanno creato in me, ahimè. Sterile mente è quella che non si confronta... Lo studio mi ha spesso messo in dubbio, perchè sono un essere in ricerca, ed essa è fatta di domande... Alla lunga... lo studio ha confermato e rafforzato la mia visione della fede, pertanto sono grato alle fatiche intellettuali che sanno rischiararci. La verità del Dogma resta forte in queste mie convinzioni... questo è giusto che lo sappiate, ma non credo certo di spaventarvi dicendovi ciò; di sicuro non ne ho intenzione, anzi.

    Concludo dicendo che sono lieto nel vedere gente amica ad accogliervi... e di più ancora pensando che qui potrete convenire anche con Magister Vespasiano e spero anche con l'Admor Arimanno, che da tanto non ci fa visita, ma di cui serbo un ottimo ricordo. Sono lieto perchè sono sicuro che vi sentirete meno solo in questo immenso istituto, che talvolta rimbomba il vuoto anche solo per uno spillo che cade.

    Su dunque... ora riposatevi, non è imbevendola di stanchezza che voglio nasca questa nuova amicizia.

    Vi attendo per il nocino, come attendo Dama Fenice, sempre adorabile in finezza, e Fratello Pascal, mio buon allievo, e chiunque si voglia aggiungere cortesemente alla insolita combricola... Le bottiglie non mancano... vengono da San Domenico, da quella scorta inesauribile che produssero le mani amorevoli di Sorella Maghella.

    Nell'Aristotelismo l'accoglienza è la prima fase della Messa... una buona accoglienza è preludio alla buona funzione. Sia dunque anche qui, oggi, in vista del Convegno.

    Vi attendo presso i Saloni dell'Accademia, quello per il Dialogo Interreligioso, che deve prendere aria non so da quanto tempo ormai.

    Arrivederci.


    E così si congedò il frate.
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    Messaggio  Fenice Maria Helena Aslan Ven Set 17, 2010 9:06 pm

    Fenice seguì con sguardo preoccupato il discorso di Padre Eckart e il suo congedo. Avrebbe voluto chiedergli della sua salute, ma non osava... sperava soltanto che le avesse letto negli occhi la sollecitudine riguardosa con cui lo osservava.
    Si volse verso GianLupo e gli sorrise.


    Caro amico, vedo che non siete cambiato... e questo mi riempie di gioia. Conosco la luce che avete negli occhi, e so che correrete in biblioteca, affamato di nutrimento per lo spirito prima di quello per il corpo. Non vi fermerò... anche perché so che sarebbe impossibile. Rise allegramente. Vi mostrerò la strada per la biblioteca, e intanto mi premurerò di vedere io stessa che il vostro alloggio sia pronto, anche se so che l'ospitalità dell'Accademia non ha affatto bisogno della mia supervisione. Sentitevi libero di andare dove volete e di fare ciò che vi aggrada, qui siete ospite gradito e rispettato. Come vedete, Padre Eckart non teme il confronto con lo Spinozismo, poiché la saldezza della sua fede sorregge la sua legittima curiosità di sapere e di dialogare. Sebbene io non possa certo ritenermi altrettanto saggia o sapiente, anch'io non ho mai avuto paura... La schiettezza della nostra amicizia è sempre stata saldamente poggiata su questo mutuo rispetto. Qualcuno forse troverebbe da ridire sulla mia libertà... io non temo, perché la mia fede è sempre stata saldissima e la mia pratica religiosa è sotto gli occhi di tutti. Del resto, voi avete sempre rispettato tutti e me... mai avete cercato di far proselitismo, ma avete cercato sempre e solo un onesto e aperto confronto. Così continuerà ad essere... Ma venite dunque, non voglio trattenervi ancora all'ingresso. Vi lascerò in biblioteca e andrò a occuparmi di varie cose...

    Fenice si avviò prendendo GianLupo per il gomito, e un sorriso lieto le curvava le labbra. Aveva in animo di organizzare qualcosa per l'arrivo dell'amico, una piccola sorpresa che richiedeva un po' di tempo e un innocente mistero.

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