In quei giorni torridi che accompagnavano l'esplosione dell'estate dalle tinte forti ed i paesaggi arsi,la fatica dei vari impegni legati al feudo che era costretto ad affrontare rendeva particolarmente aspro il carattere del barone di Morgano.
Fu per allentare la tensione che egli, appena nominato ministro della cultura, decise di recarsi nella fitta boscaglia con il suo destriero per una battuta di caccia sì da ritemprare il morale e presentarsi degnamente in Accademia.
Ma il fato come sempre lo attendeva dietro l'angolo.
Poco dopo aver lanciato il cavallo al galoppo si udì un sordo rumore.
Tristano di ritrovò a terra frastornato ed indolenzito per gli urti subiti con la caduta.
Non aveva ben chiaro cosa fosse accaduto, ma fu sufficiente vedere la sua cavalcatura giacere immobile al suolo per comprendere la gravità della situazione.
La bestia agonizzava con una zampa spezzata.
Ne abbreviò la sofferenza e prese a girovagare tra la lussuriosa vegetazione del sottobosco.
Quella che sembrava una sventura si rivelò invece una piacevole esperienza.
Al fresco delle fronde, avvolto da profumi frizzanti e da un silenzio quasi fatato interrotto solo dal cinguettio degli uccelli, egli rientrò in contatto con la natura riconoscendo in essa tutta la grazia e la perfezione del Creatore.
Rapito ed immerso in pensieri rassicuranti giunse in una radura.
Con immenso stupore scoprì di trovarsi dinanzi l'Accademia veneziana.
Si ricompose e si recò verso quello che sembrava essere l'ingresso secondario.
Bussò e si rivolse con fare garbato alla figura che apparve dall'uscio:
"Di grazia vogliate avvisare Eckart che è appena giunto il neo ministro della cultura Caligoletto e che avrebbe immenso piacere di fare la sua conoscenza."
Fu per allentare la tensione che egli, appena nominato ministro della cultura, decise di recarsi nella fitta boscaglia con il suo destriero per una battuta di caccia sì da ritemprare il morale e presentarsi degnamente in Accademia.
Ma il fato come sempre lo attendeva dietro l'angolo.
Poco dopo aver lanciato il cavallo al galoppo si udì un sordo rumore.
Tristano di ritrovò a terra frastornato ed indolenzito per gli urti subiti con la caduta.
Non aveva ben chiaro cosa fosse accaduto, ma fu sufficiente vedere la sua cavalcatura giacere immobile al suolo per comprendere la gravità della situazione.
La bestia agonizzava con una zampa spezzata.
Ne abbreviò la sofferenza e prese a girovagare tra la lussuriosa vegetazione del sottobosco.
Quella che sembrava una sventura si rivelò invece una piacevole esperienza.
Al fresco delle fronde, avvolto da profumi frizzanti e da un silenzio quasi fatato interrotto solo dal cinguettio degli uccelli, egli rientrò in contatto con la natura riconoscendo in essa tutta la grazia e la perfezione del Creatore.
Rapito ed immerso in pensieri rassicuranti giunse in una radura.
Con immenso stupore scoprì di trovarsi dinanzi l'Accademia veneziana.
Si ricompose e si recò verso quello che sembrava essere l'ingresso secondario.
Bussò e si rivolse con fare garbato alla figura che apparve dall'uscio:
"Di grazia vogliate avvisare Eckart che è appena giunto il neo ministro della cultura Caligoletto e che avrebbe immenso piacere di fare la sua conoscenza."