Padre Dragonenero si rialzò e ricominciò a parlare dopo aver ascoltato gli interventi
Vi ringrazio per avermi risposto, però queste parole che avete detto suscitano in me ancora qualche dubbio che ora vi vado a spiegare:
per prima cosa voi dite che il credo spinozista non è una religione del libro, il che presuppone che la nostra religione, l'aristotelica intendo, sia una religione basata slolo sul libro e non sull'esperienza e qui mi viene il primo dubbio, cope può essere un credo basato sull'interpretazione accordata, allargata ed elaborata anche dalla dialettica creata nella comunità, dall'esperienza e dalla sperimentazione, comprendo ed apprezzo il sinedrio, ma il mio dubbio è se veramente è possibile che tutte le persone che vi partecipano possano trarre vantaggio da questa esperienza, come vedrete anche voi, le caratteristiche umane sono infinite perchè specchio delle caratteristiche naturali della creazione, quindi e vi prego di correggermi se sbaglio, potrebbe non essere del tutto bello dire alle persone che sono parti trascurabili di Dio, come scritto, vado anch'io a memoria, nel credo spinozista.
In secundis, l'altro dubbio che nasce deriva da un'affermazione che avete detto e che cito: L'assoluto cos'è?
Un dato di fatto che esiste di per sé: l'Immanente.
partendo da questo ogni cosa "assoluta" diviene di per se immutabile, ma la vita nel creato muta in continuazione, ogni momento,anche in questo momento noi, che siamo esseri del creato stiamo mutando, perchè apprendiamo e cerchiamo di conoscere di più, e queste azioni e parole andranno a modificare il nostro pensiero, ma anche la natura, che come ha detto l'admor Amira citando il vostro credo "Deus, sive Natura: Dio, ovvero la Natura. " è in continuo cambiamento in quanto soggetta come creato al processo di nascita crescita e morte, e se qualcosa è soggetta a questo processo non diviene più immanente, ma trascendente, in quanto con l fine del processo essa trascende la sua propria natura per tornare a far parte del Creatore e divenirne parte integrante.
Un'altro dubbio che mi è sorto, e vi prego di perdonarmi per la lunghezza del mio intervento è questo:"L'Idea esiste non soltanto inquanto descrittiva dell'oggetto, ma anche in quanto essa stessa: è la sua stessa verità, la sua stessa perfezione."
Se partiamo dal concetto da voi espresso, anche l'idea stessa del male diviene perfezione, e derivante dal fatto che magari si è fatta esperienza del male, sia fisico che spirituale intendo, ma se l'idea esiste in quanto idea, allora l'uomo non dovrebbe far altro che cercarla, se esiste già da qualche parte deve pur essere, mentre non credete che l'idea, come il sogno, siano segnali di un essere superiore, di Dio, che nel Suo immenso Amore, ci aiuta facendoci trovare la strada per seguire la retta via? Io penso che l'esperienza sia il metodo, la prova a cui l'essere umano è sottoposto durante tutta la sua vita prima di essere giudicato per i suoi pensieri parole opere ed azioni, ma questa è la mia idea, che nasce dalla Fede e dall'Amore per Dio, e solo in questo caso coincide il fatto che l'esistenza dell'idea ne sia anche la sua assoluta verità, ma solamente perchè il concetto è stato espresso da Dio a Ysupso, a cui è stato affidato il compito di vedere quello che l'uomo ha vissuto e quello che vivrà e di scriverlo, affinchè altri possano vedere capire e correggere la loro vita.
l'ultimo punto e poi prometto anh'io di rimanere in silenzio nasce da una delle ultime parole dette: "Sono sicuro che se vi fosse un cieco qui saprebbe rispondere positivamente ad ognuna delle vostre domande, perché i modi di percepire saranno finiti e variabili...ma l'idea sarà quella."
Il dubbio che mi sorge nasce dalla percezione, prendiamo ad esempio il nostro cieco, lui potrebbe certamente rispondermi positivamente, ma solamente se prima qualcuno ha l'accortezza di cercare di insegnare i colori attraverso forme speculari o sinonimi, quindi utilizzando un atto pratico e fisico per descrivere qualcosa di invisibile al cieco, e qui nasce un problema di fede, non di pensiero, prendiamo ad esempio il rosso, noi potremmo associare il rosso al fuoco, quindi facendo toccare al nostro cieco qualcosa di bollente, per esempio una pannocchia appena tolta dal fuoco, in questo caso creeremo l'associazione di qualcosa di invisibile ad un qualcosa di percettibile, ma se per contro qualcun'altro facesse toccare del ghiaccio, associato di solito ad un azzurro chiaro quasi bianco, e lo facesse passare per fuoco, creeremo una controversia in cui solo la fede della persona che recepisce il messaggio e che percepisce l'effetto potrà dirimere, e questa non è anche esperienza? Oppure potrei trovarmi la donna più bella del mondo e rimanere impassibile perchè non riesco a percepire la bellezza che da lei si sprigiona, e per contro, davanti alla meno bella potrei emozionarmi in maniera assurda, e quindi tornando al concetto di bello, non è che esistano vari tipi di bello, perchè ogni cosa creata da Dio e per conto di Dio è bella, ma riusciamo a percepirne la bellezza in ogni cosa oppure ci limitiamo a credere che solo quello che ci piace sia bello e creato da Dio?
Poi come al solito, ringraziò per l'attenzione e si sedette in attesa di altri interventi