Gianlupo aveva viaggiato via terra. In solitudine, stretto nel calore di quella tunica color verde bosco.
Aveva respirato e contratto i tempi della natura, ne aveva accarezzato il sapore.
Un bastone lo aveva aiutato a procedere lungo pendii e montagne. Una volta giunto in pianura, invece, aveva cercato il più possibile di restare fuori dalle vie di comunicazione, prediligendo i margini e i suoni notturni.
Non aveva atteso i fratelli e le sorelle gaetane, forte il desiderio di rivedere una vecchia amica e di conoscere colui che aveva organizzato una conferenza dal tema interessanti, illuminante e affascinante, era per sua stessa natura fondante nella riflessione di un uomo spinozista del 1458.
Lungo il viaggiò portò con sé una copia del Libro dei Saggi e un brano che stava traducendo da poco tempo in lingua tedesca.
Improvvisamente si ritrovò, senza essersene accorto, nei pressi del luogo deputato all'incontro: l'Accademia.
Avanzò ora con il capo proteso in avanti, si guardò attorno.
Deglutì e sorrise.
Giunto dinanzi alle porte, molto lentamente calò il cappuccio di stoffa pesante.
Sospirò.
Con voce alta e decisa esclamò.
"Sono Nagid Gianlupo Dall'Aquila..... Admor spinozista e saggio del Sinedrio spinozista italico. Ho affrontato un lungo viaggio per raggiungere questo tempio dei saperi... chiedo di poter entrare e di essere accolto....per poter partecipare alla conferenza..."
Respirò e quasi sussurrando disse.
"Sono lieto di esser qui...."
Sorrise mentre le riflessioni anticiparono e si susseguirono prima di qualsiasi movimento meccanico e ligneo.
Aveva respirato e contratto i tempi della natura, ne aveva accarezzato il sapore.
Un bastone lo aveva aiutato a procedere lungo pendii e montagne. Una volta giunto in pianura, invece, aveva cercato il più possibile di restare fuori dalle vie di comunicazione, prediligendo i margini e i suoni notturni.
Non aveva atteso i fratelli e le sorelle gaetane, forte il desiderio di rivedere una vecchia amica e di conoscere colui che aveva organizzato una conferenza dal tema interessanti, illuminante e affascinante, era per sua stessa natura fondante nella riflessione di un uomo spinozista del 1458.
Lungo il viaggiò portò con sé una copia del Libro dei Saggi e un brano che stava traducendo da poco tempo in lingua tedesca.
Improvvisamente si ritrovò, senza essersene accorto, nei pressi del luogo deputato all'incontro: l'Accademia.
Avanzò ora con il capo proteso in avanti, si guardò attorno.
Deglutì e sorrise.
Giunto dinanzi alle porte, molto lentamente calò il cappuccio di stoffa pesante.
Sospirò.
Con voce alta e decisa esclamò.
"Sono Nagid Gianlupo Dall'Aquila..... Admor spinozista e saggio del Sinedrio spinozista italico. Ho affrontato un lungo viaggio per raggiungere questo tempio dei saperi... chiedo di poter entrare e di essere accolto....per poter partecipare alla conferenza..."
Respirò e quasi sussurrando disse.
"Sono lieto di esser qui...."
Sorrise mentre le riflessioni anticiparono e si susseguirono prima di qualsiasi movimento meccanico e ligneo.